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Acufene: un fastidioso ronzio. E’ preoccupante?

Acufene: un fastidioso ronzio. E’ preoccupante?
0 27 febbraio 2018

Alcune persone raccontano di sentire uno strano ronzio in un orecchio. Si accorgono che questa sensazione l’hanno solo loro. E’ come se nell’ambiente dove vivono ci fosse un televisore mal sintonizzato sempre acceso oppure una camera d’aria forata che produce un sibilo costante. 

Se questa sensazione dura poco, al massimo alcune ore o comunque non più di un giorno, non dobbiamo preoccuparci. Se persiste per più di un giorno allora è bene chiedere aiuto ad un medico per affrontare la situazione.
Questo problema clinico viene definito col termine “acufene” ed è uno dei sintomi più difficili da interpretare per uno specialista. Occorre subito spiegare la differenza tra malattia e sintomo. L’acufene è un sintomo. Sono sintomi il dolore, la perdita di udito, la vertigine. Il sintomo è aspecifico, non ci dice nulla sulla malattia, ci orienta semplicemente verso un organo. La malattia è invece un concetto preciso, per esempio l’otite media, il colesteatoma, l’otosclerosi sono tutte malattie dell’orecchio. Il comportamento da adottare è semplice: interpretare correttamente il sintomo e andare, anche con l’aiuto del medico di famiglia, dallo specialista competente per quel problema. Se il nostro problema fosse una diminuzione della capacità uditiva, siamo tutti d’accordo che dobbiamo pensare ad una malattia dell’orecchio e quindi ci rivolgeremo ad un otorinolaringoiatra.
Per l’acufene il comportamento è un poco diverso. L’acufene orienta verso l’orecchio, ma può anche essere una malattia della testa o del collo, quindi capita che le persone siano disorientate. A volte vanno dal neurologo o dal fisiatra ed io penso che non sia corretto iniziare con una di queste scelte.
Il primo passo è individuare il medico più idoneo ad aiutarci. L’acufene è un rumore percepito in uno o in entrambe le orecchie che non esiste nell’ambiente. Il primo passo lo vedo verso una patologia uditiva e pertanto l’otorinolaringoiatra è lo specialista più idoneo ad affrontare queste situazioni.
Il vero problema è che l’acufene è un sintomo che caratterizza la quasi totalità delle malattie dell’orecchio e si manifesta anche in alcune malattie che nulla hanno a che vedere con l’orecchio.
E’ importante che il medico cerchi di rispondere alla domanda: “in quale parte dell’orecchio si genera l’acufene che ha colpito questo paziente?” Nei casi dove la malattia non coinvolge l’orecchio dovrebbe capire verso quale specialista dovrà indirizzare il paziente.
Il primo approccio dovrà essere verso l’apparato uditivo, pertanto l’esame audiometrico è fondamentale in tutti i casi. Se si sospetta una malattia otologica è compito dello specialista localizzare la sede e poi individuare la malattia.
Il primo esame da eseguire è sempre l’esame audiometrico. Si tratta di un esame semplice che permette di capire se l’udito è normale o c’è una alterazione (vedi figura 1).

Figura 1 – Esame audiometrico tonale

 

Se c’è un danno, si riesce ad individuare la sede. Le localizzazioni possibili sono l’orecchio medio, o la coclea o le vie nervose acustiche o fuori dall’apparato sensoriale uditivo (vedi figura 2).

 

Figura 2 – Acufeni

 

Capire dove può essere localizzata la malattia che genera l’acufene è un passo importante ed è fondamentale che questo avvenga in tempi brevi rispetto al momento dell’insorgenza del fastidioso ronzio.
Il mio consiglio rivolto a chi ha un acufene è sottoporsi ad una visita otorinolaringoiatrica con esame dell’udito nei primi dieci giorni dalla comparsa di questo sintomo.
Come ho detto le cause che possono portare ad un acufene sono quasi tutte le malattie dell’orecchio e molte altre. E’ evidente che non esiste e non esisterà mai un farmaco per curare l’acufene. La terapia dovrà essere mirata per ogni singolo caso clinico.
Mi sento di affermare che se il trattamento inizia dopo pochi giorni dall’insorgenza del ronzio le possibilità di un successo terapeutico sono elevate. Se il sintomo acufene è presente da mesi o da anni le possibilità terapeutiche si riducono notevolmente.
Oggi sono a disposizione dello specialista otorinolaringoiatra molti mezzi diagnostici e pertanto arrivare ad una diagnosi è possibile. Arrivare alla diagnosi non significa guarigione, ma è un passo importante. Non sempre si può passare dalla diagnosi ad una valida terapia e quindi alla scomparsa dell’acufene. Nei casi sfavorevoli la medicina propone trattamenti come l’arricchimento sonoro o sedute psicologiche per rendere più sopportabile il sintomo. Attenuare o rendere sopportabile l’acufene sono da considerare aspetti positivi di fronte ad un problema così complesso.
Non in tutti i casi si riesce a risolvere il problema con soddisfazione per il paziente. E’ importante che la persona si affidi ad un otorinolaringoiatra che abbia una chiara visione di queste problematiche ed abbia saputo consigliare gli esami più idonei.
In alcuni casi il medico non è in grado di proporre una terapia per eliminare l’acufene. Di fronte a questi pazienti occorre pensare che la sola esclusione di una malattia importante è un buon risultato.
Il mio suggerimento è di non essere fatalisti, di non pensare che acufene è sinonimo di condanna a vita. Per capacità del medico o anche per un aiuto naturale gli acufeni possono cessare o ridursi e il paziente riesce a migliorare.

Dott. Carlo Govoni
Medico chirurgo – specialista in otorinolaringoiatria
www.carlogovoni.it

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Vedi anche: Posso guarire da un acufene? – Articolo del Dott. Govoni.

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