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La chirurgia mini-invasiva dei turbinati nasali – Dott. Carlo Govoni

La chirurgia mini-invasiva dei turbinati nasali – Dott. Carlo Govoni
0 27 febbraio 2017

L’intervento che ritengo veramente innovativo nella chirurgia dei turbinati è la devascolarizzazione in anestesia locale con le radiofrequenze. Parliamo di chirurgia mini-invasiva in quanto può essere eseguita su qualsiasi paziente in anestesia locale. Si tratta di un intervento che provoca un minimo dolore, facilmente sopportabile. Lo si esegue senza tamponi e con un rischio di sanguinamento praticamente nullo.

Le radiofrequenze si considerano una metodica “a freddo”, cioè agiscono ad una temperatura tra 40°C e 70°C. Si tratta di una tecnica denominata anche “biosurgery” perché rispetta la funzione dei tessuti coinvolti. Quando opero con questa tecnica cerco di essere il meno demolitivo possibile e posso rispettare la mucosa dei turbinati. In figura 1 si osserva, a destra, un caso dove le fosse nasali sono ristrette perché i turbinati sono ipertrofici.

Figura 1 – A sinistra fosse nasali normali e a destra fosse nasali caratterizzate da ipertrofia dei turbinati.

L’intervento consiste nell’introduzione di un elettrodo nel turbinato. L’elettrodo è uno strumento simile ad un lungo ago. Lo strumento è collegato ad un apparecchio che produce una sollecitazione con le radiofrequenze la quale provoca una devascolarizzazione (vedi fig. 2). Ad intervento terminato i turbinati si presentano ridotti di volume, ma ricoperti di croste (vedi fig. 3).
I pazienti che giungono in sala operatoria sono persone che presentano turbinati aumentati di volume, perché sono congesti di sangue. Se si riduce la loro vascolarizzazione si diminuisce il volume. Questo è l’obiettivo da raggiungere e lo si ottiene in un’unica seduta operatoria ripetendo l’operazione di devascolarizzazione più volte.

Figura 2 – L’elettrodo è appena stato inserito nel turbinato inferiore destro.

 

Figura 3 – Ecco come si presenta il turbinato alla fine dell’intervento.

Le radiofrequenze sono un’ottima metodica, però occorre precisare che il risultato non è immediato. Ai pazienti spiego sempre che questa tecnica richiede un tempo variabile dai 20 ai 30 giorni per ottenere un buon risultato. Nei giorni dopo l’operazione i turbinati si ricoprono di croste sieroematiche. E’ fondamentale che nei giorni successivi all’intervento il paziente provveda con ripetuti lavaggi endonasali e applichi pomate all’interno del naso. I turbinati ridotti con le radiofrequenze producono singolari croste, spesso molto aderenti. Il paziente dovrà rispettare un programma di lavaggi con spray nasali e di controlli periodici fino alla completa guarigione. Il risultato chirurgico sarà apprezzabile dopo 20-30 giorni. Ritengo che l’intervento con radiofrequenze non sia solo un atto chirurgico, ma una terapia che inizia con la devascolarizzazione chirurgica.
La mia opinione è che la chirurgia dei turbinati con radiofrequenze sia oggi la forma più evoluta per il trattamento delle ipertrofie di questi organi.
Presso il Centro Medico Specialistico Baganza sarà possibile fare le valutazioni cliniche pre-operatorie, ed anche una eventuale rinofibroscopia. Gli interventi li eseguo in cliniche private dove c’è l’attrezzatura necessaria a Milano oppure a Modena. Sempre in questo Centro Medico i pazienti che sono stati operati potranno eseguire i controlli post-chirurgici.
Carlo Govoni – medico specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale
www.carlogovoni.it

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Posted in CMS Baganza News by cmsbaganza